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Simone Cicero's avatar

"Per questo il valore si sposterà verso altre capacità: analisi, creatività, empatia, intuizione, capacità di connessione. Dovremo concentrarci su ciò che è più intrinsecamente umano, e lasciare il resto alle macchine."

mi hai fatto pensare molto al lavoro di Indy Johar che non so se conosci.

Se non lo conosci ti passo qui il link al nostro ultimo podcast con lui sull'organizzazione (https://www.youtube.com/watch?v=HHNfSQ2sYz8) e questo invece più recente con Nate Hagens: https://www.youtube.com/watch?v=_U93lQL5aWA&t=4555s

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Matteo Roversi's avatar

Grazie Simone, ho divorato il tuo podcast con Indy Johar, davvero incredibile. Alcuni punti che mi sono segnato:

- non abbiamo ancora esplorato il potenziale umano, anzi finora l’abbiamo sottostimato;

- come esseri umani siamo il più avanzato sistema di general intelligence al mondo, ma ci siamo trasformati in quasi-macchine al servizio della produttività;

- viviamo in un’economia post-manageriale;

- non si può fare consulenza sul cambiamento, bisogna avere (come dici tu Simone) “skin in the game”, la trasformazione non può essere ridotta a una transazione altrimenti si crea asimmetria di potere;

- meravigliosa l’idea delle persone “cittadini dell’organizzazione”, dove la cittadinanza è un invito alla leadership. Ogni parte del sistema deve essere esplorativa e contribuire alla crescita del sistema stesso. È bello che tu abbia fatto notare che la nostra idea di cittadinanza moderna è una somma di diritti senza doveri, mentre nella polis greca o nelle città romane l’elemento di dover ciascuno contribuire allo sviluppo della città era fondamentale.

Grazie mille per i link, consiglio a tutti i lettori di Work After di ascoltare il vostro podcast, davvero uno spazio prezioso di discussione sui temi del futuro del lavoro e delle organizzazioni.

A presto!

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GIOVANNI GIBIINO's avatar

riprendo una parte del testo per condividerti una vevoluzione socratica 5.0: "Sappiamo di più di quanto crediamo di sapere. Dobbiamo solo riuscire a riscoprirlo."

E quindi: "so di non sapere...quanto so in realtà"

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