Work After Content
Perché il tuo punto di vista è la tua nuova valuta professionale
Quando parlo con studenti e professionisti durante i workshop di Cosmico o le lezioni in Università, mi ritrovo sempre a dare lo stesso consiglio: pubblicate, scrivete, create in pubblico. Perché la scrittura e la condivisione sono i pilastri del lavoro moderno.
Prima di tutto danno forma al pensiero, attivano la trasformazione che avviene quando devi articolare le tue idee e metterle alla prova del mondo esterno. Poi creano risonanza, generano feedback, costruiscono relazioni, cioè permettono al tuo pensiero di diventare una risorsa utile per gli altri.
Sulle facce di chi mi ascolta vedo sempre le stesse espressioni perplesse:
Matteo, ci sono già migliaia di persone che scrivono di quello che vorrei discutere io. Davvero c'è bisogno di altro contenuto? Non è già stato detto tutto?
Hanno ragione, ma per i motivi sbagliati. È vero che non serve altro contenuto replicabile, standard, generato per piacere agli algoritmi. Ma servono altri punti di vista, altri modi di leggere e interpretare quello che già esiste.
Servono context creator, non content creator.
L’antidoto all’abbondanza informativa
Per la prima volta nella storia umana viviamo un’epoca in cui l’informazione è infinita, istantanea e gratuita. Ogni minuto vengono caricate 500 ore di video su YouTube, quasi un milione di immagini su Instagram, decine di migliaia di post su LinkedIn ogni ora, con ChatGPT che genera contenuti su qualsiasi argomento.
Tuttavia, la paura di dire qualcosa che è già stato detto si basa su un presupposto sbagliato: pensare che ci sia più valore nel contenuto che nel contesto. Pensare che quello che dici sia più importante del tuo modo di guardare a un fenomeno.
È come se un fotografo rinunciasse a fotografare il Duomo di Milano perché “è già stato fotografato milioni di volte”. Quello che rende unica una foto non è il soggetto, ma l’occhio di chi guarda.
Dal content al context
Un content creator produce informazioni, un context creator produce interpretazioni: sembra una differenza sottile, ma cambia tutto nel modo in cui costruisci e misuri il tuo valore professionale.
Il content creator si chiede: “Cosa posso dire che la gente vuole sentire? Quale argomento è di tendenza? Come ottimizzo i miei contenuti per l’algoritmo?”. Dipende dalle piattaforme e dalle loro regole e misura il suo successo in visualizzazioni, condivisioni, engagement rate.
Il context creator si fa domande diverse: “Come vedo questo problema diversamente dagli altri? Quale prospettiva unica posso offrire?”. Misura il suo successo nelle relazioni che crea, nella fiducia che guadagna, nei problemi che riesce a risolvere in modo distintivo. Non dipende dalle piattaforme perché il valore non sta nel formato del suo contenuto, ma nella sostanza del suo punto di vista.
È come avere due negozi di falegnameria con gli stessi strumenti. Uno è gestito da un maestro con decenni di esperienza, l’altro da qualcuno che cerca di imitare i modelli Ikea di successo. Entrambi possono fare una sedia, ma solo uno creerà qualcosa che le persone vorranno tenere per tutta la vita.
L’AI non sostituirà i grandi professionisti, ma esporrà alla sostituzione quelli senza la profondità necessaria per guidarla. Il “mestiere” si è spostato dal produrre il contenuto al modellare le idee, inquadrare la direzione, saper giudicare la qualità del prodotto finale.
Come sviluppare il tuo punto di vista
Qual è l’impronta unica del tuo modo di pensare, la combinazione di esperienze, principi e intuizioni che ti permette di vedere pattern che altri non vedono?
Trovare e testare il tuo punto di vista è una cosa molto pratica, che puoi fare seguendo tre passaggi:
1. Individua il tuo nemico e usalo per definire la tua visione
Non sono ossessionato dall’idea che serva sempre qualcosa contro cui combattere nella vita. Penso però che riuscire a individuare quello che non sopporti sia molto più semplice che definire ciò che ti motiva a fare quello che fai, nel modo in cui lo fai. Io, per esempio, non sopporto l’idea che esistano delle regole predefinite che siamo obbligati a seguire. Odio lo status quo e il “si è sempre fatto così” talmente tanto che sono il primo (e il più feroce) critico di me stesso. Questo nemico da combattere, questa anti-visione mi aiuta a definire la visione positiva da seguire: nella vita e nel lavoro nulla è già scritto, e ognuno di noi può inventare le proprie regole e scrivere il proprio futuro.
2. Rileggi la tua vita da questa prospettiva
Nel suo famoso discorso di Stanford, Steve Jobs disse che “Non è possibile unire i puntini guardando avanti; puoi solo unirli guardandoti indietro”. Quando hai la tua visione del mondo, la tua prospettiva, puoi riscrivere tutta la tua storia attraverso quella lente. Smetti di pensare al tuo CV come a una lista di cose che sai fare e inizia a pensarlo come una manifestazione di come guardi il mondo. Invece di dire “Sono stato socio e general manager di un’agenzia creativa”, oggi posso dire “Ho ripensato il modello dell’agenzia creativa di cui ero socio rompendo le barriere che tradizionalmente separano la creatività dal design e dalla consulenza strategica”. “Socio e general manager” sono qualifiche e credenziali che in molti potrebbero vantare, mentre “ripensare un modello rompendo le barriere tradizionali” è una prospettiva che rende la mia storia interessante, rilevante, meritevole di attenzione.
3. Testa la tua prospettiva
Il tuo punto di vista vale solo se porta a risultati diversi e migliori: se le tue intuizioni non generano soluzioni più efficaci, se il tuo modo di vedere non porta a decisioni più intelligenti, se la tua interpretazione non aiuta gli altri a navigare meglio la complessità, allora non hai una prospettiva distintiva, hai solo un’opinione. Il tuo modo di raccontarti e di raccontare la tua visione del mondo deve generare risonanza, attrarre persone e suscitare la loro curiosità, portarti a ottenere il lavoro che desideravi o a lavorare per il cliente dei tuoi sogni.
L’arte della sintesi interpretativa
Una delle competenze più sottovalutate è la sintesi interpretativa, cioè la capacità di prendere informazioni apparentemente scollegate tra loro e creare connessioni significative che generano punti di vista nuovi. Vuol dire trovare pattern nascosti, vedere relazioni che altri non vedono, costruire narrazioni che danno senso al caos.
Tanto più l’AI diventa brava a produrre contenuto, tanto più questa competenza diventa preziosa. ChatGPT può scrivere un articolo combinando informazioni esistenti, ma non può replicare il tuo modo unico di vedere il mondo, non può simulare le tue esperienze irripetibili, non può generare le intuizioni che nascono dall’intersezione della tua storia personale con la tua comprensione professionale.
Quando ho iniziato a scrivere Work After non avevo informazioni segrete, ma avevo una prospettiva particolare, un punto di vista:
vedevo nel lavoro remoto non solo flessibilità, ma l’inizio della fine del lavoro come dipendenza;
vedevo nell’AI non solo automazione, ma la possibilità di rendere il lavoro trasformativo e utile;
vedevo nel lavoro distribuito non solo precarietà, ma la democratizzazione di agency e imprenditorialità.
Questa nuova prospettiva è quello che crea valore per te.
Non devi essere il primo a parlare di un argomento per aggiungere valore. Devi essere il primo a guardarlo da quella particolare angolazione che solo tu puoi avere, considerando la combinazione di fattori che solo la tua esperienza ti permette di vedere.
Il valore economico del context
Perché il context è diventato così prezioso? Per quello che gli economisti chiamano “paradosso dell'abbondanza”: quando una risorsa diventa infinita, il valore si sposta su ciò che la rende utilizzabile. L’informazione è infinita, ma la capacità di dare senso all’informazione è scarsa. Il contenuto è gratuito, ma interpretarlo è prezioso.
Nel lavoro questo significa: chi compete a partire da “cosa sa” si trova in una corsa al ribasso perché l’AI sa sempre di più e costa sempre di meno. Chi compete a partire da “come vede” ha un vantaggio crescente perché l’AI può amplificare la prospettiva, ma non replicarla.
Prendiamo un consulente strategico. Se il suo valore sta nell’analizzare mercati e produrre report, è nei guai perché l’AI lo fa meglio e più velocemente. Ma se il suo valore sta nel vedere opportunità che altri non vedono, fare connessioni controintuitive, proporre strategie che nascono da una comprensione profonda dei pattern umani, allora l’AI diventa il suo alleato per creare ancora più valore.
Il context è la tua difesa contro la commoditizzazione perché è l’unica cosa che non può essere automatizzata. La tua prospettiva nasce dalle tue esperienze irripetibili, dai tuoi errori unici, dalle tue intuizioni personali. È il tuo monopolio naturale nel mercato dell’intelligenza e delle idee.
Le nuove regole del lavoro
Per chi lavora
Smetti di accumulare contenuti e inizia a creare contesto
Ogni volta che impari qualcosa, chiediti “come questa cosa cambia il mio modo di vedere? Come posso applicare questa informazione diversamente dagli altri?”. Trasforma l’apprendimento: da accumulo a sintesi attiva e trasformativa.
Sfrutta la tua esperienza personale
Attingi dalle tue storie, dalle tue intuizioni, dalle lezioni che hai appreso. L’AI può imitare uno stile, ma solo tu puoi condividere la tua prospettiva unica. Documenta il tuo processo di pensiero, non solo i risultati. Le persone non hanno bisogno di sapere cosa hai fatto, quello lo vedono dal CV: hanno bisogno di capire come pensi, perché racconta meglio cosa potresti fare.
Fai domande migliori
Prima di scrivere o creare qualsiasi cosa, sfidati ad andare più in profondità: qual è la vera storia? Cosa manca negli approcci degli altri? Quale angolazione inedita puoi offrire? Scegli il tuo dominio di competenza interpretativa, perché non puoi avere una prospettiva distintiva su tutto.
Combina i punti di forza umani e dell’AI
Usa l’AI per fare ricerca e dare struttura al tuo lavoro, ma fai percepire sempre la tua voce, le tue opinioni, le tue intuizioni creative. Il vero differenziatore non è se usi l’AI, ma se hai abbastanza insight, esperienza e creatività per trasformare un set di strumenti in qualcosa che vale la pena salvare.
Testa continuamente la tua prospettiva
Il mondo cambia, il tuo punto di vista deve evolversi. Non pensare che l’esercizio di definire la tua prospettiva sia qualcosa che puoi fare una volta nella vita e poi limitarti ad eseguirlo: il tuo framework mentale va continuamente affinato in base ai feedback della realtà, cioè alla risonanza che sei in grado di creare negli altri, ma anche in base a come cambia il mondo intorno a te.
Per le organizzazioni
Assumete per la prospettiva, non per le competenze tecniche
Le competenze si possono insegnare, automatizzare, acquistare. I punti di vista distintivi sono rari e preziosi. Cercate persone che fanno domande che non vi sareste mai posti, che vedono opportunità dove voi vedete problemi.
Create spazi per l’espressione delle prospettive
Non limitate le persone ai ruoli funzionali: le intuizioni più preziose arrivano dall’intersezione tra domini diversi, da chi guarda il business da angolazioni non convenzionali.
Misurate l’impatto del context, non solo del content
Una persona che cambia il modo in cui l’organizzazione vede un problema vale più di una che risolve tanti problemi con metodi standard. Sviluppate metriche per misurare la qualità delle decisioni e l’originalità degli approcci.
Proteggete la diversità cognitiva
Team con background diversi ma punti di vista simili prendono decisioni mediocri. Team con prospettive cognitive diverse innovano, ma la diversità cognitiva è fragile: se è sottoposta a una continua pressione che vuole conformarla, scompare immediatamente. Create la sicurezza psicologica necessaria per far emergere punti di vista diversi e visioni contrastanti.
La domanda di ieri era “Cosa sai fare?”, quella di oggi è “Come vedi il mondo?”. La qualità della tua risposta determinerà se diventerai indispensabile o intercambiabile: scegli con cura le parole che usi.




Bellissima lettura... e per averla sempre con me ho chiesto a ChatGPT di estrarne una To-Do List quotidiana... spero non abbia travisato il valore del tuo post. :)
Daily To-Do List – Context Creator:
- Scrivi e condividi almeno un pensiero o riflessione in pubblico.
- Trasforma ciò che impari in un nuovo punto di vista, non solo in appunti.
- Ricorda il tuo “nemico” (ciò che non accetti) e usalo per rafforzare la tua visione.
- Rileggi le tue esperienze: raccontale come prospettiva, non come elenco di titoli.
- Testa le tue idee: devono generare valore e curiosità negli altri.
- Allena la sintesi interpretativa: trova una connessione nuova tra due cose che sembrano lontane.
- Attribuisci valore alle tue esperienze personali e usale come insight unici.
- Poni ogni giorno almeno una domanda nuova o più profonda di quelle standard.
- Usa l’AI per supportarti, ma lascia sempre emergere la tua voce e il tuo stile.
- Affina costantemente la tua prospettiva: confrontala con feedback e cambiamenti esterni.
Post molto bello. Così ricco di contesto che l'ho letto tutto dall'inizio alla fine... E non in diagonale. ti garantisco essere cosa rara in questo periodo di sovra abbondanza di content. Mi è piaciuto davvero molto, tanto che diventerà il Context da passare ad un llm per generare una checklist per la mia strategia di generazione di contesti e non contenuti