Oggi esce una nuova puntata del podcast Work After.
L’abbiamo registrata da Nodo Bar, nel cuore di Nolo, a Milano.
Con me c’erano Giuseppe Mayer, CEO di Talent Garden Italia, imprenditore e investitore, una carriera dedicata a costruire network professionali; e Isabella Fabbri / Hopebelle, creator e divulgatrice tech, inserita da Forbes tra i Tech Best Creator.
Fuori pioveva a dirotto, ma dentro c’erano tante persone che hanno sfidato il temporale. A conferma di una delle cose più importanti uscite dalla conversazione: mentre l’AI avanza ed entra a pieno negli organici e nei processi delle aziende, incontro, network e community diventano sempre più centrali. Perché nell’era dell’automazione, la nostra capacità di aggregare persone sarà la prova che quello che facciamo ha un valore.
Ecco una sintesi dei temi che abbiamo affrontato.
Il lavoro è la sfida che scegli
Sempre meno saremo pagati per svolgere un compito, o vendere un prodotto. Il lavoro del futuro somiglierà di più a una sfida personale: scegli un campo che ti interessa, un problema da risolvere, e scopri se il tuo modo di risolverlo ha valore per gli altri.
Che cos’è una community?
È l’alternativa al concetto di “follower”. È coltivare le relazioni, aprirsi al confronto, incoraggiare la partecipazione. È fare come le formiche: creare un ecosistema senza capi né gerarchie, dove il valore si misura in ciò che crei non solo per te stesso, ma per il contesto in cui ti muovi.
L’elefante nella stanza: l’AI
Non solo ci ispira, ci informa, ci illumina, ci sfida e ci fa domande. Presto agirà e interagirà al posto nostro: le aziende dovranno prepararsi a gestire all’interno ambienti lavorativi ibridi, fatti di macchine e di umani, e all’esterno mercati in cui scelte e decisioni saranno sempre di più delegate all’automazione.
Dal freelance all’azienda, andata e ritorno
Da un lato il libero professionista cerca di crescere e costruire qualcosa di più grande. Dall’altro il professionista in azienda vuole più libertà, più responsabilità e spazio per generare impatto. Entrambi inseguono la stessa cosa: agency. E l’agency non dipende dal numero di persone che gestiamo, ma dalla capacità di orchestrare competenze, strumenti, risorse e connessioni.
Le nuove regole del lavoro
Fatti sempre domande. Non accontentarti delle risposte. Dedica tempo a ciò che ha valore. Studia, ma soprattutto impara a imparare, perché il mondo continuerà a cambiare e la competenza più preziosa sarà la flessibilità.
Quello che ho capito parlando con Giuseppe e Isabella, è che il lavoro tradizionale ha allontanato le persone dai problemi che sono in grado di risolvere. Ma lo spirito di iniziativa dei creator da un lato, e l’autonomia abilitata dall’AI dall’altro, sono opportunità per tornare a stare vicino ai problemi e alle sfide che ci siamo scelti.